LA STORIA
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Nella foto vediamo il regio Tratturo com'era agli inizi del secolo. Il tratturo era utilizzato dai pastori per effettuare la transumanza e aveva, lungo il suo percorso, numerosi casolari dove alloggiavano i pastori con i loro greggi e con i loro guardiani.

 

La foto si riferisce al tratturo tra Pratola e Raiano dove si trovavano e si trovano tuttora, presso la masseria Petrella, "i grandi cani bianchi". Chi crede che questi cani abbiano uno standard uguale per tutti sbaglia, infatti, ogni pastore aveva una propria muta di cani che selezionava in base all'uso, alle caratteristiche del luogo ed alle esigenze richieste.
Può capitare, infatti, di vedere cani di taglia non eccessivamente grande ad altri di taglia spropositata o di cani dalla testa enorme (molossoide) ad altri con il muso lungo.
Il ceppo presente a Pratola e sul monte Morrone aveva dei cani di grossa stazza di gran lungo superiore agli standard attuali e dalle caratteristiche ben definite e dettate, anche, dalle caratteristiche del luogo e dai gusti dei pastori.
Le scarse risorse idriche e l'eccessiva concentrazione di greggi presenti sul monte Morrone, erano causa di violente liti tra i pastori, costretti spesso ad effettuare delle incursioni notturne nei comuni confinanti per recuperare una quantità d'acqua necessaria al sostentamento del gregge.
Questa caratteristica del morrone rese necessario avere dei cani che oltre a difendere il gregge dal suo nemico numero uno, il lupo, difendeva il pascolo anche dalle pecore del vicino.
Questa caratteristica, non era presente in cani di altre zone d'Abruzzo, dove l'abbondanza di pascoli e di sorgenti consentiva una convivenza più pacifica.
Ricordo ancora che, fin quando avevamo delle pecore e nonostante i cani non vivevano più in montagna, per poter inserire dei nuovi capi nel gregge era necessario un periodo di adattamento e di accettazione da parte dei cani.

La fattoria Petrella

L'allevamento di Marco Petrella si trova lungo il Regio Tratturo.
I terreni su cui sorge l'allevamento sono posti esattamente ai confini di tre comuni: Raiano, Pratola e Prezza.
l'area in generale ha nelle vicinanze anche altri casolari di notevole valore storico e che erano molto conosciuti dai viaggiatori che percorrevano questa importante via di comunicazione usata già in periodo Romano.
Il casolare adibito al solo ricovero di animali era un punto di riferimento oltre che passaggio obbligato per i numerosi pastori che effettuavano la transumanza.
Questa dislocazione, oltre ad aver consentito alla famiglia di poter avere una scelta illimitata di esemplari ha consentito che questi particolari cani fossero molto conosciuti dai numerosi pastori che qui vi transitavano.
La famiglia Petrella ha sempre avuto pastori Abruzzesi e ricerche storiche hanno dimostrato la presenza di questi cani gia dal 1700 quando un viaggiatore Inglese fece un ampia e dettagliata descrizione dei cani e dell'area: "..... passato Raiano, alla fine di una lunga discesa, mi ritrovai davanti dei grossi cani bianchi che somigliavano per la forma a dei grossi Terranova.
Questi avevano degli irti collari di ferro usato per proteggerli dagli attacchi dei lupi...."

Percorrendo il regio Tratturo il casolare si trova proprio alla fine di una lunga discesa.
E' quindi indiscutibilmente questo il casolare di cui si parla.
I cani degli "amichill" (antico soprannome usato per identificare i membri della famiglia) erano rinomati per la loro stazza e le loro indiscutibili doti di guardiani del gregge.
I successivi lavori di ricerca storica effettuati da Marco Petrella e da cui hanno preso spunto numerosi articoli di stampa e documentari naturalistici ne hanno accresciuto la popolarità in tutto il mondo.
Oggi sono numerosi gli allevamenti sparsi nel mondo ad avere esclusivamente cani della famiglia Petrella e che possono godere di un marchio di sicura genuinità e tipicità e che hanno potuto risolvere i numerosi problemi avuti con i grossi predatori e che in passato attanagliavano le loro aziende.
Ora gli sforzi sono concentrati nella ricerca di nuovi esemplari in  grado di poter garantire un necessario ricambio genetico alla razza sempre mantenendo gli antichi metodi di allevamento usati dai pastori e che hanno consentito di farci avere sempre esemplari forti e resistenti e di indole equilibrata.
Ma il sogno nel cassetto di Marco Petrella rimane quello di realizzare nel casolare un punto di ritrovo e studio per i numerosi esperti che annualmente vi giungono per poter meglio studiare la razza e nel contempo valorizzare il turismo della nostra regione.