a proposito di lupi e cani Abruzzesi pericolosi

(Marco Petrella 25 febbraio 2016) Da diverso tempo si leggono sempre più spesso notizie di lupi famelici e dei danni  da essi causati ad allevatori di bestiame.
Tali notizie, farcite di racconti, degni di un film di Stephen King sulla presunta pericolosità dei lupi, nascono per buona parte nelle regioni del nord Italia dove i lupi sono tornati da qualche anno.
Tutte queste notizie sembrano essere frutto di una precisa regia creata ad arte per favorire un determinato metodo di allevamento non adatto alle regione Italiane popolate da parchi e aree protette che hanno al loro interno una varietà enorme di animali selvatici.

Nella foto in basso esemplare femmina al lavoro negli Usa
Occorre precisare che l'allevamento ovino o di altri animali in parchi o zone demaniali è assai differente da quello industriale e ha dei costi e delle metodiche differenti anche ad esempio da una fattoria inglese o della Nuova Zelanda dove si è soliti lasciare gli animali liberi e senza custodia anche per mesi interi.
In Italia sappiamo tutti che questo non è possibile a causa della presenza di grandi predatori che potrebbero utilizzare questa fonte di cibo relativamente facile da avere per soddisfare le loro esigenze alimentari.
Ecco perché in ogni parte del mondo i pastori o gli abitanti di tali zone fanno in modo che tali fonti di cibo non siano tanto facilmente reperibili ai lupi  ponendo loro ostacoli alle loro azioni come la chiusura notturna nelle stalle o la presenza dei Cani Pastori Abruzzesi che hanno dei costi inferiori rispetto ad un custode che vigila giorno e notte le greggi.
In Italia ora è nata l'idea che invece di proteggere gli animali con sistemi vari sia più facile uccidere tutti o parte dei predatori e trasformare quindi i nostri parchi in moderne fattorie stile farm inglese dove magari una persona può lavorare dal lunedì al sabato in ufficio e andare a trovare la domenica gli animali lasciati liberi nei boschi.
Cosa che in Abruzzo sanno benissimo non essere possibile in quanto allevare pecore, capre o altri animali richiede molto tempo e lavoro che comunque in parte è ripagato dai contributi ricevuti per tale metodo di allevamento ed in parte è ripagato con gli interessi dall'indotto prodotto proprio dai grandi predatori grazie al turismo che essi richiamano.
Chi vive nelle aree e protette ha si degli svantaggi ma ha pure il vantaggio di poter vendere il proprio prodotto ad un prezzo molto più alto ai turisti.
Molti, inoltre hanno riadattato le loro fattorie a strutture ricettive che offrono anche l'assaggio dei loro prodotti creando anche un mercato in continua espansione che è di gran lunga superiore ai danni provocati da lupi o orsi.
In Abruzzo, giusto per capirci, interi comuni devono la loro sopravvivenza proprio alla presenza dei predatori che hanno fermato lo spopolamento degli stessi e la chiusura delle numerose aziende ovine e agricole che grazie ai turisti hanno trovato il modo di poter valorizzare i loro prodotti che non potevano di certo competere con quelli industriali i cui costi di produzione sono di gran lunga inferiori.
Purtroppo in alcune zone d'Italia vi sono gruppi di persone che non hanno alcuna intenzione di sostenere dei costi quali possono essere pagare un pastore o mettere dei cani e allora iniziano delle vere e proprie campagne mediatiche sulla legittimità degli abbattimenti di lupi e altri predatori con articoli e servizi pubblicati su giornali e tv.

La falsa informazione.
Una delle tecniche adottate per sostenere l'abbattimento dei lupi è quella di martellare l'opinione pubblica con comunicati in cui si evidenziano i danni causati dai predatori con racconti  in cui si dipinge il lupo come una bestia famelica e pericolosa anche per l'uomo con prove documentate dei morti da attacco di lupo.
Chi conosce i lupi sa benissimo che tali dicerie sono del tutto infondate e non rappresentano quindi la realtà, gli incontri lupo uomo sono molto rari e il più delle volte è difficile anche solo vederli visto che fuggono appena sentono l'odore dell'uomo.
Il lupo quindi diventa un essere superdotato e capace di magiare uomini, pecore e altri animali ma anche i cani che le proteggono "distruggendo" tutto quello che si trova lungo il suo cammino.
Io durante le mie camminate nei monti non ho mai avuto problemi con i lupi e l'unico problema che ci sarebbe potuto essere è quello di evitare che i cani uccidessero questi preziosi predatori.


nella foto sopra esemplare abruzzese con testa imponente (proprietario fam. Petrella)

Uno di questi servizi è andato in onda sulla celebre trasmissione televisiva di Italia Uno Le Iene con il titolo "Quando il lupo diventa una minaccia"
In tale servizio oltre ad accentuare la pericolosità dei lupi si critica anche l'operato dei cani da custodia del gregge ritenuti pericolosi alla stregua dei lupi.
Nel servizio andato in onda si possono osservare dei filmati che non sono stati fatti nel parmense ma presi dalla rete senza nemmeno chiedere ai legittimi proprietari.
Una parte del filmato è stato girato a Scanno mentre il lupo che cattura il cane è un video assai popolare quanto fasullo tra le associazioni antilupo che lo hanno mandato a diverse redazioni di giornali le quali hanno preso per buona la notizia e l'hanno rilanciata di volta in volta come un attacco avvenuto in determinate zone dove si vuole contrastare i lupi con altri metodi.
Basta fare una piccola ricerca in rete e si scopre che tale video è stato pubblicato in Spagna, Francia, Germania, Russia, Stati Uniti eccetera con le medesime finalità ovvero far risaltare la ferocia del lupo in grado di sconfiggere i cani da guardiana.
A parte il fatto che il cane nel video è un cane di piccola taglia e non un custode del gregge dubito fortemente che avrebbe potuto fare la stessa cosa con un cane Pastore Abruzzese che probabilmente avrebbe mangiato lui il lupo.
Occorre intanto evidenziare pure che il lupo ripreso secondo alcuni potrebbe essere un coyote.
Il video in questione è diventato un cult tra le associazioni antilupo di mezzo mondo che lo utilizzano come prova degli attacchi dei lupi modificandone di volta in volta la zona di origine del video e che incautamente viene ripubblicato dalle redazioni che ricevono tale comunicato.
Ecco un articolo pubblicato in Abruzzo in cui si nota lo stesso video
Ecco il video pubblicato da una associazione di allevatori Italiani:

ed ecco un articolo con lo stesso lupo che si è trasferito al nord e pubblicato in un quotidiano parmense.
Ecco ancora il video pubblicato per la prima volta su Liveleak in cui si parla di un Coyote:

 lo stesso lupo trasferitosi in Russia:

Ecco infine il lupo tornare in USA:

I Cani da guardiana mordaci e pericolosi per i turisti.
La notizia diffusa dalle Iene sulla pericolosità dei cani da custodia del gregge non è una novità.
Capitano sempre più spesso lamentele anche da parte di turisti e se nel 90% dei casi si tratta di bufale create ad arte alcune volte vi può essere una base di verità.
Occorre tuttavia sapere che il vero cane da guardiana Abruzzese è perfettamente integrato con il suo ambiente ed i cani che davano problemi nei pascoli erano esclusi dalla selezione o utilizzati per altre funzioni quali la guardia delle masserie.
Circa venti anni fa io stesso scrissi una sintetica descrizione su alcune tipologie di cani usati in Abruzzo in cui si evidenziava, tra le altre cose, la presenza di cani differenti sia per morfologia sia per carattere, classificazione che ricevette numerosi apprezzamenti da parte di biologi e zoologi ma anche critiche da alcuni allevatori che senza entrare nel merito si fermarono ai titoli assegnati  denotando un certo ancoraggio a determinati canoni che sono tipici della cinofilia ma che vanno in contrasto con quelle che sono le basi della selezione pastorale basata più su una selezione funzionale dettata anche dalle necessità che potevano essere differenti da zona a zona.
Quindi ad esempio, poteva capitare che in una zona infestata da lupi e orsi si selezionava un cane che manifestava aggressività verso i predatori mentre in un'altra dove era l'abigeato il problema se ne preferiva un'altro più aggressivo verso le persone.
Quindi è noto che anche le caratteristiche ambientali o fisiche dei pascoli inducevano ad avere cani differenti e in generale in Abruzzo il cane lasciato libero in zone riccamente antropizzate come sono i nostri monti, non doveva dare problemi alle persone che si recavano in montagna per i più svariati motivi.
Viceversa in Maremma dove spesso i pascoli non erano demaniali ma privati era possibile selezionare cani che tenevano alla larga gli intrusi.
Tutte queste caratteristiche non sono tenute in conto durante la scelta di un buon cane da guardiana e si è soliti soffermasi solo sul fatto che il cane abbia vissuto con le pecore da piccolo.
Spesso in modo assai semplicistico si ritiene che il cane migliore sia il migliore in quanto cresciuto e nato tra le pecore che è indubbiamente un fatto positivo ma che non da certo la garanzia di avere il giusto soggetto.
L'adattamento alle pecore è già scritto nel patrimonio genetico di questi cani ed anche un cane nato in un allevamento o a casa si adatta facilmente a questa funzione.
Occorre quindi valutare il cane anche per altre caratteristiche che solo una persona esperta e del mestiere può capire e che non si possono certo apprendere con una laurea o passeggiando tra i monti.
Un tempo vi era più maestria nell'allevare i soggetti da lavoro ed i pastori sapevano selezionare esattamente quello di cui avevano bisogno senza mai seguire standard prefissati ma seguendo solo una selezione di tipo funzionale.
Vi era quindi, il cane utilizzato nei pascoli, spesso differenti per morfologia e carattere e selezionati in base alle esigenze dei pastori che era spietato con i predatori ma abbastanza mansueto con le persone limitandosi solo ad allontanare gli estranei ponendosi davanti a loro ma senza attaccare.
Vi era poi il cane a guardia delle masserie dal comportamento estremamente aggressivo la cui unica funzione era di impedire che venissero rubati gli agnelli lasciati nelle stalle.
I pastori sapevano benissimo che questi cani non erano adatti ad esser utilizzati liberi nei pascoli per via della loro pericolosità ed eventuali infrazioni erano subito sanzionate dalle autorità.
Oggi sono in molti a pensare in modo erroneo che il cane migliore è quello più è cattivo che è cosa sbagliatissima visto che un cane del genere non darebbe alcun risultato apprezzabile a parte eventuali denunce per morsicature varie e nella malaugurata sorte che anche il lupo dovesse avvicinarsi è molto alta la probabilità che questi cani li seguano lasciando sguarnito il gregge ed esposto quindi agli attacchi di altri lupi.
Ricordo perfettamente di un pastore affascinato dall'indole assai forte dei cani dell'est che sostituì i suoi cani con cani caucasici.
All'inizio i cani sembravano lavorare molto bene e a parte qualche denuncia per attacchi a cercatori di funghi e altre persone non vi erano grossi problemi.
Un giorno però si presentarono alcuni lupi che vennero rincorsi da questi cani, un errore imperdonabile non certamente dovuto ai cani ma alle differenze morfologiche della zona e dei lupi stessi che in Abruzzo usano spesso la tecnica di mandare soggetti del gruppo in avanscoperta.
I cani seguirono tali soggetti e nel frattempo altri lupi compirono un autentico massacro.
L'utilizzo di cani non autoctoni e l'insana moda di utilizzare razze estere simili spesso per colore del pelo e morfologia è assai pericolosa per tutto il sistema che deve avere un perfetto equilibrio tra pastori predatori e turisti e che può essere sconvolto dall'utilizzo di razze magari selezionate in Russia per secoli in zone isolate e totalmente differenti dall'Abruzzo o da altre regioni Italiane.
Sarebbe auspicabile quindi utilizzare solo cani Abruzzesi di buona indole evitando incroci dall'esito incerto e per poter assicurare sempre cani che possano evitare attriti con turisti e altre categorie di persone che popolano i nostri monti.
Purtroppo molti parchi e riserve non hanno necessarie competenze sul come deve essere il cane e spesso si ricorre a a scelte che hanno alla base più motivazioni politiche.
Spesso poi vale la regola del cane buono basta che sia bianco e che sta con le pecore costando poco o nulla.
Io stesso pur avendo collaborato con esperti di tutto il mondo non sono mai stato interpellato da un solo parco Abruzzese o Italiano e anche quando mi offrii di partecipare ad un progetto mi venne risposto che non avendo mai lavorato con loro non avevo i giusti requisiti per soddisfare le loro necessità.
Anche se lo avessi fatto gratuitamente non mi avrebbero tenuto in alcun conto come non avrebbero tenuto conto del fatto di essere nato con questi cani cosi come lo avevano fatto mio padre prima e gli altri avi per almeno sei o sette generazioni ovviamente sempre con le loro pecore, cavalli e capre.
Ecco alcune foto che testimoniano la pericolosità dei cani Abruzzesi verso i turisti

ecco un articolo altre foto di scolaresche che visitano i terribili cani da guardiana Abruzzesi:

I bambini delle Acli in visita nel luglio 2008